Diciotto anni di carriera cinematografica che ha iniziato quando ne aveva solo tre. In sala il 29 agosto il film ‘Teen Spirit’ sul mondo dei talent show
La pressione della gara, l’emozione del pubblico, il voto da casa, i contratti da firmare prima dello show. Teen Spirit racconta il mondo dei talent – tra American Idol e X Factor – attraverso il ritratto di Violet, timida adolescente col sogno di farcela e avverare i suoi desideri. La incarna l’ex enfant prodige Elle Fanning (all’età di tre anni divideva il set con Sean Penn) nel film scritto e diretto da Max Minghella, figlio del compianto Anthony, Teen Spirit nelle sale italiane il 29 agosto e in anteprima al Giffoni Film Festival dove l’attrice è ospite.Ed è talmente realistica e credibile l’interpretazione che tutti si chiedono: ma Fanning canta davvero nella vita? Sorella minore di Dakota, la più giovane giurata della storia del festival di Cannes, una filmografia che spazia dai blockbuster Disney come Maleficent al film tutto al femminile di Sofia Coppola L’inganno, Elle, 21 anni, ha iniziato con la sorella come attrici-bambine riuscendo molto bene nel passaggio a ruoli di giovani adulte. Elle canta davvero le canzoni nel film: una voce e un’intonazione niente male che fa prevedere nuove strade, oltre al balletto che ama fin da bambina. La maggior parte delle canzoni sono cover di hit famose come Dancing on my own di Robyn o Lights di Ellie Goulding, ma canta anche una canzone originale, Wildflowers scritta per lei da Carly Rae Jepsen e Jack Antonoff.”Ho sempre cantato fin dalle elementari” racconta l’attrice. “Cantavo in continuazione, nei cori, nei duetti o da sola, e mi si esibivo nei talent show scolastici. Cantavo a casa e in macchina. Sempre. Come Violet da piccola sognavo di diventare una cantante pop, molto prima di innamorarmi della recitazione e diventare attrice professionista, seguendo le orme di mia sorella. Quindi Teen Spirit è il coronamento del mio stesso sogno”. Un’opportunità per Elle di combinare le sue due passioni: l’etichetta Interscope Records ha pubblicato l’album della colonna sonora con 14 canzoni, metà delle quali cantate da Fanning, fanatica del pop e di Gwen Stefani. Nell’album figurano musicisti come No Doubt, Katy Perry, Major Lazer e Grimes. Il disco ha avuto un notevole successo. “Quando ascolto la musica pop mi sento subito euforica, come se prendessi una sostanza eccitante, che non so come sia perché non faccio uso di droghe” assicura quando la incontriamo a Beverly Hills per il lancio del film (vive tra Los Angeles e New York).”E c’è anche qualcosa di nostalgico nel pop. Canzoni che mi risvegliano memorie, momenti vissuti, che mi riportano magari alla prima volta che ho sentito quella certa canzone, che ho ballato al suo ritmo. C’è qualcosa nella musica pop che ti fa sentire giovane per sempre. È come il primo innamoramento. Ed è il linguaggio universale per tanta gente”. Finora il suo linguaggio universale è stato il cinema, dalla prima volta sullo schermo in I am Sam con Sean Penn, in cui recitava la versione piccola del personaggio di sua sorella Dakota. Elle, di quattro anni più giovane, ha proseguito in film come Babel (era la figlia di Brad Pitt e Cate Blanchett) e Il curioso caso di Benjamin Button, per poi farsi notare con Super 8 di J.J. Abrams.Da qualche anno predilige lavorare in film indipendenti piuttosto che in grossi film commerciali, per cui riceve molte offerte, recitando in opere originali e talora eccentriche come The Neon Demon di Nicolas Winding Refn, Le donne della mia vita di Mile Mills o How to Talk to Girls at Parties di John Cameron Mitchell. “Faccio quello che mi interessa – dice Elle – Non ho ancora una famiglia a carico e posso permettermelo. Ma anche il regista per me è molto importante. Se ad esempio Sofia Coppola (era la bambina protagonista, a fianco di Stephen Dorff, in Somewhere, ndr) mi chiedesse di recitare in un suo film, io direi di sì, ovviamente, e a scatola chiusa”.”Mi piace il processo creativo e il mondo del cinema indipendente – aggiunge – Mi piace quel senso di fretta e urgenza, e il feeling di piacere e compiutezza che ne deriva. Hai giorni e soldi a malapena sufficienti e bisogna dare il meglio con quello che si ha, perché vuoi partecipare a tutti i costi e raccontare quella storia. C’è qualcosa di speciale in tutto questo” Lo stesso feeling, come diceva prima, che le dà la musica pop. Come il suo personaggio nel film, che canta al suono di Just a Girl dei No Doubt nella sua stanza da letto, anche Elle Fanning ha quei momenti di pura felicità ed evasione, quando niente importa tranne la musica e il piacere che fornisce. “Mi piace ballare. Ho sempre ballato, specialmente con la musica dei Black Eyed Peas, Fergie, the Pussycat Dolls, Britney Spears, Gwen Stefani. Cantavo insieme a loro e ballavo sempre nella mia stanza. Facevo diventare matti tutti quanti in famiglia. Ogni tanto mia sorella si univa a me: ma lei è sempre stata più timida al riguardo. Lei è un’attrice pura”.Fanning ha una connessione di tipo cosmico con Gwen Stefani; non solo il suo personaggio cantava al ritmo di Cool nel film Somewhere del 2010, ma i No Doubt (di cui Stefani era la cantante) furono il primo concerto cui Elle andò. “Avevo nove anni ed ero a Budapest per un film – ricorda – Gwen Stefani era il mio idolo. Era nel suo periodo Harajuku ed era tutto quello che io volevo essere. Ricordo il vestito che indossavo per quel concerto, e che mi ero fatta i riccioli. Mi ci portò mia nonna. Ero scatenata. Alla fine ero zuppa di sudore. Ogni volta che ascolto Gwen mi ritorna quell’euforia. E mi sento di nuovo in contatto col mio spirito ‘teen'”.
Silvia Bizio, repubblica.it