Cineasta, vogliono diriga anche remake Usa Perfetti sconosciuti
Un film “sulle coppie, che ho iniziato a scrivere da un mese”, il remake americano di Perfetti sconosciuti, “che mi hanno chiesto di dirigere” e la serie da Tutta colpa di Freud che sta entrando in fase di casting. Sono fra i nuovi progetti di Paolo Genovese, protagonista di Caravaggio incontri, al Cinema Caravaggio di Roma. Autori e registi prima si raccontano e poi introducono la proiezione di un loro film al quale si sentono particolarmente legati: Genovese ha scelto “Una famiglia perfetta” (2012) con Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Marco Giallini, Carolina Crescentini: “Ci tengo molto – dice – lo considero uno dei miei più belli”. Il cineasta, nella conversazione con Laura Delli Colli e gli spettatori, mescola riflessioni, ricordi e aneddoti divertenti, come quello sul remake Usa di Perfetti sconosciuti: “E’ iniziato tutto da Charlize Theron. Ha visto il film durante un volo, gli è piaciuto molto e si è convinta se ne potesse fare un remake.Così ho ricevuto una chiamata da Hollywood in cui mi chiedevano di andare a Los Angeles per un incontro. Gli ho risposto che ero sul Lungotevere e non mi veniva proprio facile. Poi ci siamo visti più volte con il produttore che ha acquisito i diritti dopo il fallimento della società di Weinstein (che se li era assicurati inizialmente, insieme a Leonardo DiCaprio, ndr). E’ ancora tutto in una fase molto embrionale. Per ora gli americani stanno fantasticando sul cast ideale, e quando parlano fanno fanno solo i nomi, tipo Bradley, Natalie, Charlize… vedremo”. Il progetto è un’ulteriore consacrazione per Perfetti sconosciuti che è stato venduto in 85 Paesi ed ha già originato 18 remake: “Il mese prossimo entreremo per questo nel Guinness dei primati – dice il regista -. Io ne ho visti sei o sette, e mi sembrano tutti orrendi. Ma è normale, dopo aver lavorato tanto sulla sceneggiatura, soffri a vedere scene cambiate e battute tagliate”. Qual è il segreto di questo film? “Penso sia stato una sorta di autoanalisi collettiva su un momento di cambiamento profondo della società e della nostra vita, con il cellulare che diventa il fulcro di tante cose”. Genovese l’anno scorso è stato giurato alla Mostra del cinema di Venezia: “E’ una di quelle esperienze che ti permette di capire quanto sia importante raccontare storie internazionali. Quelle che sono state premiate, avevano in filo rosso che gli permetteva di essere perfettamente capite da sette persone come noi con storie e culture diverse, da Guillermo Del Toro a Naomi Watts. Bisogna smettere di guardarsi l’ombelico. Questo non vuol dire che non vadano raccontate storie locali, ma bisogna farlo con un linguaggio che tutti possano capire”. Tra i progetti internazionali c’è anche l’adattamento del suo romanzo Il primo giorno della mia vita: “Diventerà un film ambientato a New York ma la preparazione richiede ancora tempo, per questo ho pensato di girare prima il film in Italia sulle coppie”. Dal pubblico gli chiedono quali attori che ancora non ha diretto vorrebbe in un suo progetto: “Tra le attrici penso ad esempio a Jasmine Trinca, mi piace moltissimo, siamo andati vicino a lavorare insieme varie volte. Avrebbe dovuto fare Perfetti Sconosciuti ma era bloccata su un altro set. E amo molto Elio Germano, lo considero un grande attore anche da commedia, perché le commedie vere non sono film comici, ma partono dal dramma e dall’osservazione della realtà”. All’indomani delle elezioni, si dice “non contento di questa Italia, per niente, ma non ho mai pensato di dare molto spazio alla politica nei miei film. Mi piace raccontare storie assolute che prima di tutto emozionino e in cui ci si identifichi. Potete stare sicuri che nel film sulle coppie non entreranno – conclude scherzando – ne’ Salvini ne’ di Maio”.
Francesca Pierleoni, Ansa