“Andrea Chénier” apre la stagione della Scala. Attesa per la prima mondiale di “Fin du partie”

“Andrea Chénier” apre la stagione della Scala. Attesa per la prima mondiale di “Fin du partie”

Chailly nella “Prima” dirigerà la Netrebko. Nino Frassica nel cast del “Pipistrello”

Il teatro alla Scala aprirà la prossima stagione con «l’opera dei Milanesi». Perché tale è Andrea Chénier secondo il direttore scaligero Riccardo Chailly,.
Il 7 dicembre 2017 l’operona di Umberto Giordano va in scena nell’allestimento di Mario Martone, e un cast che ha la sua punta nel soprano Anna Netrebko e fa conoscere il tenor-consorte (della Netrebko) Yusuf Eyvazov cui è affidato il ruolo protagonistico. Il compositore del cuore di Chailly è Puccini, ma per un’altra inaugurazione di stagione pucciniana bisognerà aspettare il 2019. Per quella del 2018 andranno in scena I Vespri siciliani di Verdi.

E’ una stagione con 15 titoli d’opera, di cui 9 nuove produzioni, quindi balletti, concerti sinfonici e di canto. Un cartellone ricco, anzi: troppo per taluni nel cda. Ma fortemente voluto dal sovrintendente Alexander Pereira. Il sindaco e presidente del cda Giuseppe Sala ricorda che «i conti del teatro sono in ordine, la Scala è ben gestita, ma invito il sovrintendente a fare anche meglio». E nel più puro spirito viennese, che sta nel dire smussando gli spigoli, Pereira puntualizza che un terzo dei 120 milioni di budget deriva da sponsorizzazioni: «La cifra più alta al mondo dopo il Met di New York». L’altro terzo è frutto del botteghino, e quell’altro è finanziamento pubblico. 12 milioni di sponsorizzazioni sono portate in casa-Scala da Pereira, e per il 60% vengono dall’estero.

Sarà la Scala ad ospitare la prima mondiale più attesa dal pubblico della lirica. E’ Fin du Partie di Gyorgy Kurtag, che ultranovantenne firma la sua prima opera. Nel 2018 si avranno tre ricorrenze. Si parte con i 40 anni dalla prima opera diretta da Chailly alla Scala: ne sono seguite altre 17 alle quali vanno ad aggiungersi Andrea Chénier, e Don Pasquale di Donizetti nel nuovo allestimento di Davide Livermore. Si festeggiano i 95 anni di Franco Zeffirelli riproponendo la sua Aida de 1963. Mentre i 150 anni dalla morte di Rossini verranno ricordati con l’esecuzione della Messa per Rossini: un lavoro collettivo su iniziativa di Verdi che poi firmò il conclusivo Libera me.

Intriga il ritorno di Francesca da Rimini di Zandonai, assente a Milano dal ’59. Ma anche il debutto assoluto alla Scala di Fierrabras di Schubert con Harding sul podio, e Stein alla regia. Prima volta alla Scala anche per Il Pipistrello di Strauss. Guai a definirlo operetta, «è un’opera comica», dice Pereira. Nel cast, effettivamente, spunta il nome di Nino Frassica. Grande attesa per Il pirata di Bellini diretto da uno dei massimi interpreti del belcanto, Riccardo Frizza, bello il cast: Yoncheva, Pretti e Alaimo.

Fra le riprese, Fidelio e Simon Boccanegra entrambi diretti da Myung-Whun Chung, Elektra diretta da Christoph von Dohnanyi. Le stagioni non si costruiscono sulle star, tuonano in tanti. Però è un peccato rinunciarvi. Quindi benvenuti Netrebko, e così pure Kaufmann (in un recital), Florez (in Orfeo ed Euridice di Gluck), Yoncheva, Diana Damrau (recital). La stagione sinfonica, porta altri direttori di classe come Christian Thielemann, Mariss Jansons, Zubin Mehta alla testa dei Wiener. Conosceremo, poi, Yannick Nézet-Séguin, alla ribalta dopo la sua nomina a direttore del Met.

Piera Anna Franini, Il Giornale

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