La signora della tv lascia da parte i balli e i canti per trasformarsi in intervistatrice per il nuovo programma ‘A raccontare comincia tu’, dal 4 aprile su Rai 3. Si comincia con Fiorello, Riccardo Muti, Sophia Loren e altri. “Ma Benigni mi ha detto no, peccato, mi sarei divertita…”
Fiorello, Riccardo Muti, Sophia Loren, il campione della Juventus Leonardo Bonucci, Maria De Filippi, Paolo Sorrentino: Raffaella Carrà si trasforma in intervistatrice per il nuovo programma A raccontare comincia tu, dal 4 aprile su Rai 3 in prima serata. E lo fa a modo suo, col calore e l’empatia di cui è capace, “anche se” racconta “ero emozionatissima e lo sono ancora. Non ci tenevo a tornare in tv, ho un’età. Ma il direttore di Rai3 mi ha convinto”.“Il mio desiderio era portarla sulla terza rete con coerenza” racconta il direttore di Rai3 Stefano Coletta. “Ho tentato di sedurla come un grande stalker, Raffaella che è una donna molto onesta e molto trasparente, mi diceva sempre di no. E me ne tornavo a penne basse. Finché con il management di Ballandi arriva sul mio tavolo questo format, La mia casa è la tua con Bertin Osborne, ho pensato che Raffaella potesse interpretarlo. Entra nelle vite degli altri con grandissima misura. Il pubblico ha bisogno di una funzione consolatoria in questi tempi di imbarbarimento”.“Ho sempre paura che tutti mi chiedano di ballare cantare” racconta Carrà, “ma ragazzi, ho un’età. Non lo posso fare più. Non morivo dalla voglia di tornare in televisione, una come che ha fatto tanto – due edizioni di Canzonissima con Corrado, Milleluci con Mina, Carramba, Pronto Raffaella? – ma che altro posso fare? Non sentivo il bisogno di tornare, si va avanti anche senza di me”. Scattante come sempre, tira più volte in ballo l’età (“Io sono grande”), dice che se fosse diventata madre a sedici anni, Maria De Filippi avrebbe potuto essere sua figlia.“Facciamo il Tuca Tuca da anziani, da seduti” le dice sfottendola Fiorello, che confessa di non poter ballare “perché ho finito le cartilagini”. Lo intervista al Teatro delle Vittorie “che è dove ho iniziato” spiega lei. Con Sophia Loren, nel salone della casa della diva in Svizzera, due Oscar in bella mostra sul tavolino accanto ai divani, è un ping pong divertente. Carrà le chiede di Cary Grant: “È vero che voleva sposarla? Ho letto che era innamoratissimo”. “Uno si può innamorare ma può non essere una cosa seria” risponde seria la Loren, che la provoca: “Ci vulimmo appiccica’?”.Ironica, Raffaella Carrà confessa di aver provato paura e grande emozione “Coletta mi ha convinto ma è una prova per me molto dura, i racconti di Carramba erano diversi, raccontavi la vita di una persona, c’era un contesto. In fondo è il primo programma che parlava di ricongiungimenti, abbiamo raccontato le storie dei nostri emigrati. Con i migranti bisogna aprirsi un po’, con quelli perbene, ma bisogna fare pulizia se qualcuno si comporta male. Penso a quelli che vendono la droga a Rogoredo”.Si è sentita a suo agio con tutti, deve ancora incontrare Maria De Filippi, (“ma glielo dirò che non mi piace Uomini e donne, d’altronde ho letto che non piaceva neanche a sua madre”). “Fiorello? Non fa testo, ci siamo persino inventati lo spot del programma in macchina insieme. Ero incuriosita dalla sua infanzia, con tutti ho cercato un punto di contatto, similitudini. Incontrare una persona per un’ora e mezza davanti alle telecamere non è facile: io sono sempre io. Quando ho cominciato a lavorare nella mia lista ho messo Riccardo Muti, arriva Coletta: era il suo primo nome. Il maestro ha una moglie stupenda, Cristina, con i capelli blu, dice che i rapper che ha nella sua scuola sono fortissimi, sono poeti”. A Mina non ha neanche chiesto di partecipare (“L’avrei messa in imbarazzo a farmi dire un no certo”), invece Roberto Benigni le ha detto no. “Mi sarei divertita, ma ha rifiutato. Però se gli piace… Magari lo faremo nella seconda serie”.
Silvia Fumarola, repubblica.it