LUCIA ANNUNZIATA, LA PROFEZIA NERA SU RENZI DOPO LO SCANDALO GUIDI

LUCIA ANNUNZIATA, LA PROFEZIA NERA SU RENZI DOPO LO SCANDALO GUIDI

annunzL’ombra del conflitto d’interessi sul governo di Matteo Renzi. Non è solo un problema di Federica Guidi oggi, Maurizio Lupi ieri (entrambi “costretti” alle dimissioni) o di Maria Elena Boschi in mezzo (difesa dal premier con le unghie e con i denti). È piuttosto una questione connaturata alla concezione del potere di Renzi stesso. A sostenerlo non è un’opinionista di destra, ma Lucia Annunziata. Il direttore dell’HuffingtonPost.it, nel suo ultimo post, affronta la spinosissima questione delle intercettazioni che ha portato all’addio del ministro dello Sviluppo Economico (al telefono ha promesso al fidanzato lo sblocco dell’emendamento che lo favoriva) ma va un po’ più in là.  La “zona grigia” di Renzi – La Annunziata parla di una “zona grigia”, “così ampia nel governo da non poter più essere spiegata come frutto di polemiche dell’opposizione, o, viceversa, di ingenuità ed errori. Va forse capita come una conseguenza della concezione stessa del potere di Renzi”. Un cocktail di “voglia di controllo e furore rivoluzionario”. Una volta preso il potere, ha “decapitato ogni gruppo dirigente, ogni settore rilevante del Paese” e lo ha sostituito con uomini di sua diretta fiducia, attraverso un sistema di nomine “fatte tutte con l’occhio fisso sulla lealtà diretta al premier stesso”, e l’amico Marco Carrai scelto per l’ingelligence ne sarebbe la prova. La profezia nera – È proprio questo sistema, sostiene la Annunziata, ad alimentare il sospetto di conflitto d’interessi che, ormai, sospetto non è più. Ed è quell’universo troppo ristretto di uomini fidati, scelti per la lealtà prima che per la competenza, a rendere “perennemente esposto” Renzi anziché favorirlo e rafforzarlo. “Non solo il potere ma anche tutti gli interessi convergono su questo uomo solo al comando”, senza più filtri o contrappesi. Ma proprio per questo, quando arriverà il contraccolpo, sarà più pesante. E farà una sola, vera vittima.

Libero

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