Parte dalla Garbatella il tour di 20 concerti (a marzo) del cantautore romano. Mai più di 230 spettatori a sera, un vero e proprio anticoncertone
Venti appuntamenti con il pubblico in sala, un pubblico numericamente limitato – appena 230 persone – per appuntamenti musicali ogni volta diversi, mutevoli, come “scritti sull’acqua”, perché la scaletta non sarà mai la stessa, cambierà ogni sera. A parte alcuni brani che saranno punto fermo, di riferimento, come lo è Viva l’Italia. È la sfida di Francesco De Gregori con il suo “Off the Record” al Teatro Garbatella, da stasera fino al 27 marzo. Una serie di concerti che farà da antipasto al ricco programma dell’artista romano per i prossimi mesi, con il tour “De Gregori & Orchestra – Greatest Hits Live” a partire dall’11 giugno nella splendida cornice delle Terme di Caracalla, con replica il giorno dopo. Tour che poi si chiuderà il 20 settembre all’Arena di Verona. De Gregori sarà accompagnato nel tour da un’orchestra di 40 elementi e dalla sua band.Prove generali di questa avventura al Teatro Garbatella: in sala c’erano amici di vecchia data di De Gregori, tra cui Paolo Mieli, Luca Cordero di Montezemolo, Pierluigi Battista. E c’erano anche diversi portatori della sindrome di Down, perché l’artista sostiene l’Associazione italiana persone down (AIPD), ed era tanto l’entusiasmo di questi ragazzi e ragazze in sala durante il concerto prova generale.Venti appuntamenti con il pubblico in sala, un pubblico numericamente limitato – appena 230 persone – per appuntamenti musicali ogni volta diversi, mutevoli, come “scritti sull’acqua”, perché la scaletta non sarà mai la stessa, cambierà ogni sera. A parte alcuni brani che saranno punto fermo, di riferimento, come lo è Viva l’Italia.È la sfida di Francesco De Gregori con il suo “Off the Record” al Teatro Garbatella, da stasera fino al 27 marzo. Una serie di concerti che farà da antipasto al ricco programma dell’artista romano per i prossimi mesi, con il tour “De Gregori & Orchestra – Greatest Hits Live” a partire dall’11 giugno nella splendida cornice delle Terme di Caracalla, con replica il giorno dopo. Tour che poi si chiuderà il 20 settembre all’Arena di Verona. De Gregori sarà accompagnato nel tour da un’orchestra di 40 elementi e dalla sua band.Prove generali di questa avventura al Teatro Garbatella: in sala c’erano amici di vecchia data di De Gregori, tra cui Paolo Mieli, Luca Cordero di Montezemolo, Pierluigi Battista. E c’erano anche diversi portatori della sindrome di Down, perché l’artista sostiene l’Associazione italiana persone down (AIPD), ed era tanto l’entusiasmo di questi ragazzi e ragazze in sala durante il concerto prova generale.Partito con “Viva l’Italia”, seguita subito da “Ma che razza de città”. E De Gregori poi nell’incontro stampa ha subito detto che non aveva intenzione di fare polemica politica né di voleva essere chiamato a pronunciarsi sull’amministrazione Raggi. Aggiungendo però che “ci sarà un motivo per cui ho cominciato con questo brano. Negli ultimi tempi l’avevo rifiutata, ma stasera (ieri, ndr) sono stato felicissimo e orgoglioso di cantarla. ‘Viva l’Italia’ non è collegata all’attualità politica, però rivendica un sentimento che mi appartiene di amore e di speranza che questo Paese possa migliorare”.Il fondale del palco è un’opera cromatica di Paolo Bini, vincitore di un’edizione del Premio Cairo, e De Gregori ha evidenziato che realizzare un fondale per un musicista è “sintomo di elasticità, le arti si devono incontrare”. Poi ha spiegato la scelta di affrontare questi 20 concerti diversi in una sala da appena 230 posti a sedere: “Queste canzoni vanno sentite in 230 per volta, poi lo fai per un mese. Le radio non passano le mie canzoni, e questo crea la differenza”.La scaletta per questi 20 concerti “è mobile, fino a un quarto. Il nucleo più o meno fisso è quello finale – La leva calcistica della classe ’68, Generale, San Lorenzo, Il cuoco di Salò, Miramare, Rimmel – ma dentro ci possono entrare ed entreranno anche altri brani che il pubblico s’attende, come La Donna Cannone, Alice, Buonanotte fiorellino, e via dicendo”.Insomma questi concerti “sono scritti sull’acqua”, cioè mutevoli ogni volta. Il concerto “comincia e finisce qui ogni sera per 20 volte diverse. È un esperimento che può essere replicato anche in altre città”. Dietro la scelta di una location come la Garbatella “non c’è alcuna scelta ideologica” e “mi aspetto un pubblico agée ma non solo. Rispetto il pubblico al punto che non voglio si aspetti niente”.Solo in 230 per volta…E la risposta di De Gregori è il suo rivendicare “la voglia di saltare meccanismi consolidati di questo mestiere, che tra l’altro io pratico, e tornare quindi alla dimensione ridotta: si crea sicuramente un altro tipo di dialogo, sapere che il pubblico mi, ti può vedere da vicino, emoziona, c’è fisicità. Sarei certamente felicissimo di riempire uno stadio da 70mila persone, però non vorrei mai rinunciare a questo tipo di cose…Qui credo di dare il meglio di me stesso, sicuramente divertirmi. Mi piacciono queste mescolanze di amici e giornalisti…”.
Vincenzo Castellano, Agi