In fondo hanno un solo ruolo: intralciare le indagini
Il commissario Montalbano è la critica più spietata e più vera fatta alla figura del pubblico ministero che, sia la fiction di Raiuno sia i libri di Andrea Camilleri, rappresentano come un figuro inadeguato con un unico ruolo nelle indagini: intralciarle.
Se dovessimo usare le categorie di Leonardo Sciascia diremmo che Salvo Montalbano è un uomo e i vari Pm ai quali il commissario riferisce sono mezz’uomini o addirittura ominicchi. È questa la regola non detta ma sottintesa che permette lo svolgimento delle indagini nella immaginaria eppur realissima cittadina siciliana di Vigata. Il ritorno di Montalbano l’altra sera su RaiUno lo ha confermato ancora una volta.
Nell’episodio Un covo di vipere Montalbano, interpretato da un burbero ma gentile Luca Zingaretti, è alle prese non con uno bensì con due assassini che hanno ucciso, l’uno all’insaputa dell’altro, la stessa vittima: il ragioniere Cosimo Barletta, vedovo, donnaiolo e usuraio. Un intrigo non facile da sbrogliare, anche perché i due assassini sono i figli della vittima: Giovanna, che avvelena il padre-amante per gelosia, e Arturo che uccide per interesse con un colpo di pistola alla nuca un uomo che non sa già esser morto. Il commissario Montalbano, che fa le indagini sul campo e non dispone mai di intercettazioni telefoniche, si muove alla sua maniera: ricostruendo i fatti con il suo vice Mimì Augello e con il suo uomo-tuttofare Fazio che gli consentono di rintracciare e incontrare uomini e donne di Vigata e, tra queste, la ventenne Alina Camera per la quale l’usuraio aveva perso la testa. Durante le indagini salta fuori la particolarità della vita di Cosimo Barletta: affascinava o costringeva giovani donne a concedersi a lui per poi ricattarle e fotografarle nude. Proprio la ricca documentazione fotografica è il colpo di scena di Un covo di vipere: la fotografie più che schiarire il giallo lo offuscano. Il commissario non può fare altro che consegnare il materiale al Pm, il quale, però, non vi capisce nulla ed è attratto irresistibilmente dalle donne nude delle fotografie che fa ingrandire e incollare a una parete dello studio per meglio ammirarle e indagarle.
Come si può capire, la figura del Pm è davvero miseranda: è un voyeur che con la scusa delle indagini si dedica, non senza fare il moralista, alla sua attività preferita. Tra la serie tv e la letteratura non c’è differenza: è proprio Camilleri che ha disegnato così il personaggio. Per far risaltare meglio la figura di Montalbano che è a tutti gli effetti un antieroe o, forse, perché Montalbano una volta creato, come ogni personaggio, vive di vita propria.
Giancristiano Desiderio, il Giornale