Sanremo: l’eccessivo uso delle mani per suonare può danneggiare i musicisti

Sanremo: l’eccessivo uso delle mani per suonare può danneggiare i musicisti

Giorgio Pajardi, docente all’università Statale di Milano, consiglia ai professionisti del pentagramma di “fermarsi ad ‘ascoltare le mani’ per evitare eventuali patologie

Rappresentano il Dna del Festival di Sanremo, sono i protagonisti sempre presenti, ma in secondo piano. Con i loro strumenti permettono agli artisti di eseguire in modo impeccabile le performance. Sono i musicisti, gli orchestrali che nei giorni precedenti e durante la kermesse, provano, arrangiano, suonano sema interruzione. Spesso questa ‘overdose’ di lavoro concentrato in poche settimane può causare loro problemi seri alle mani, gli arti che usano per suonare.

Si tratta della cosiddetta sindrome da ‘overuse’, come spiega Giorgio Pajardi, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia della mano del Gruppo Multi Medica e docente all’università Statale di Milano, che in occasione del Sanremo numero 72 consiglia ai professionisti del pentagramma di “fermarsi ad ‘ascoltare le mani’, per cogliere eventuali disturbi ed evitare di andare incontro a vere e proprie patologie”.

Nella sua carriera lo specialista ha curato mani illustri come quelle del maestro Salvatore Accardo e della moglie Laura Gorna, violinisti. Nei giorni del Festival mette in guardia sui rischi del mestiere: proprio a causa dell’intensità con cui utilizzano le mani, per loro preziosi strumenti di lavoro, i musicisti sono particolarmente esposti al rischio di patologie da sovraccarico degli arti superiori. A volte da ‘guarire’ con una terapia occupazionale che insegna ad acquisire posture più corrette; altre volte ancora, nei casi più gravi, da trattare con la chirurgia.

I musicisti sono da considerarsi “veri e propri atleti che devono esercitare la propria muscolatura, in particolare quella della mano, affinché diventi resistente e non vada in affaticamento”, raccomanda l’esperto. “In reparto – racconta – ci capita spesso di prendere in carico strumentisti che hanno sviluppato una patologia dovuta al sovraccarico della mano, ma ci occupiamo anche di prevenzione rivolgendoci ai giovani musicisti. In entrambi i casi proponiamo esercizi e posizioni che, senza pregiudicare la performance artistica, consentono di ristabilire o di preservare lo stato di salute delle mani”.

Tra gli strumenti musicali che più spesso sovraccaricano le mani ci sono le percussioni e soprattutto gli archi, perché il polso è fermo e le dita sono portate in grande tensione, con movimenti ripetuti per lunghi periodi di tempo. “Quando un musicista con un’infiammazione del tendine si rivolge a noi – esemplifica Pajardi – dopo aver curato la fase acuta della patologia, impostiamo un percorso di riabilitazione ad hoc per 1-2 mesi, basato sulla terapia occupazionale che consente un ritorno ai gesti della propria quotidianità senza affaticare nuovamente l’arto. Con l’ausilio di bendaggi funzionali o tutori personalizzati e l’adozione di nuove posture, come un’inclinazione del polso diversa anche solo di pochi gradi, il musicista può riuscire a preservare il suo gesto professionale, senza infiammare nuovamente il tendine.

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