
Paolo Benvegnù, figura di spicco della musica italiana, è morto improvvisamente all’età di 59 anni. La notizia è stata comunicata dalla famiglia, dagli amici e dai collaboratori attraverso una nota ufficiale:
“Compagno, padre, cantautore e musicista amato da chiunque abbia avuto la fortuna di incontrarlo sulla propria strada, Paolo Benvegnù si è spento oggi. Lascia un’eredità di bellezza e poesia che continuerà a ispirare.”
Solo ieri sera, il cantautore era apparso su Rai 3, ospite di Stefano Bollani e Valentina Cenni nel programma “Via dei Matti n.0”.
Una carriera tra musica, teatro e poesia
Nato a Milano il 14 febbraio 1965, Paolo Benvegnù è stato una figura centrale dell’alt-rock italiano. La sua carriera è iniziata nel 1993 con la fondazione degli Scisma, band che ha segnato profondamente la scena musicale italiana. Con gli Scisma ha pubblicato tre album, tra cui “Rosemary Plexiglas”, vincitore del Premio Ciampi, e “Armstrong”, uscito con EMI/Parlophone.
Dopo lo scioglimento degli Scisma nel 2000, Benvegnù ha intrapreso un percorso solista. Il suo album di debutto, “Piccoli Fragilissimi Film” (2004), è stato un successo di critica e pubblico, celebrato con un tour di oltre 150 date. Da allora, ha pubblicato otto album e diversi EP, ricevendo cinque candidature alla Targa Tenco e vincendo nel 2024 con “È inutile parlare d’amore” come Miglior Album in Assoluto.
Collaborazioni prestigiose e riconoscimenti
Oltre alla sua carriera solista, Benvegnù ha collaborato con artisti del calibro di Mina, Irene Grandi, Marina Rei, Brunori Sas, Neri Marcorè, e molti altri. Ha lavorato come produttore per artisti italiani ed europei, ampliando il suo impatto creativo anche al teatro, con collaborazioni memorabili con Stefano Bollani e David Riondino.
Nel 2024 aveva celebrato il ventennale del suo esordio solista con una versione rinnovata di “Piccoli Fragilissimi Film – Reloaded”, coinvolgendo artisti come Paolo Fresu, Malika Ayane, Ermal Meta, Giovanni Truppi e La Rappresentante di Lista.
L’eredità di un poeta musicale
Paolo Benvegnù lascia un’eredità straordinaria, fatta di testi intensi, melodie profonde e una voce che sapeva toccare le corde più intime dell’anima. Il suo lavoro, che ha sempre oscillato tra sperimentazione e tradizione, continuerà a ispirare generazioni di artisti e ascoltatori.